Just  iiiiin!!! A questo grido la fine di settembre 2008 ci regala il  quarantatreesimo soggetto della serie Soul Of Chogokin.  Come avrete capito trattasi del famoso Tosho Daimos, da noi meglio  conosciuto più semplicemente come  Daimos o General Daimos, serie Toei-Sunrise in 44 episodi trasmessa in Giappone  tra il primo Aprile 1978  ed il 27 Gennaio 1979 che va a completare una ideale trilogia aggiungendosi ai  due precedenti Chodenji Robo  Combattler V e Chodenji  Machine Voltes V. Daimos, che deve il suo nome a una delle due lune di  Marte, narra  quindi la storia dell'omonimo super robot trasformabile nel camion Trancer e  pilotato da Kazuya Ryuzaki deputato  a proteggere la terra dagli alieni del pianeta Baam che intendono conquistarla.Tra i soc  più attesi in madre patria, questo Daimos ha in parte risollevato le sorti di  Bandai dopo la a mio avviso opaca  prova del gx-42 Koutetsu Shin Jeeg. Come più avanti vedremo nel corso della  recensione anche in questo caso  sono però presenti alcuni punti d'ombra che stonano non poco soprattutto  dovendo constatare come in assenza  di essi il modello avrebbe raggiunto l'eccellenza assoluta. Ma andiamo per  ordine..........
                     La  confezione 
  Mi  sarei atteso sinceramente una scatola più grande, secondo la tradizione Bandai  dei componibili-trasformabili sinora  usciti tanto per intenderci. In realtà sono rimasto abbastanza sorpreso quando  ho ricevuto il modello, le dimensioni  infatti sono relativamente contenute, per fare un paragone inferiori a quelle  della scatola del Voltes V. Più  precisamente le misure sono di circa 36 x 22 x 12 cm.Sulla  scatola è ritratto il Daimos nelle due conformazioni (robot e camion) e il  caccia di supporto, il Galban F12,che nel  corso della serie interviene solitamente in missioni di ricognizione.  Curiosità: non c'è il tipico adesivo della  casa di produzione, in questo caso il marchio Toei è direttamente impresso  sulla scatola in alto a sinistra, immediatamente  sotto al logo Soul Of Chogokin. Dietro abbiamo, accanto all'immagine centrale  del Daimos, le foto  dei vari, numerosi, accessori contenuti nella confezione, in puro stile soc.
                    Il  contenuto
                      Nella  scatola troviamo
                      - Il  grosso contenitore in polistirolo con all'interno:
 - Il Daimos in conformazione robot
 - La motrice del Tranzer
 - La riproduzione in scala del Galban F12
 - I pannelli applicabili sulla schiena per la  trasformazione in Tranzer
 - Il coperchio applicabile sulla schiena del  Daimos in confromazione robot per la copertura delle ruote
 - La miniatura del Triper, la macchina con  cui Kazuya entra nel Trancer per pilotare Daimos
                      - Un  astuccio in cartoncino contenente la base espositiva del Trancer e i componenti  per assemblare  l'espositore delle armi del robot.
                      -  Due blisters in plastica trasparente contenenti rispettivamente:
 - un paio di doppie spade del drago, i  pugnali laser, le scimitarre Daimos unibili nella scimitarra rotante, un paio di ruote della morte, il doppio  boomerang, un paio di tridenti Daimos
 - un paio di lame applicabili ai piedi per il  foot cutter, un paio di morse mortali, le barre Daimos con le relative  giunture, un paio di mitra atomici  applicabili al bacino del robot, un paio di missili Daimos, le turbine  applicabili al torace per la simulazione  del fire blizzard, il sostegno per l'esposizione del Galban F12 sulla  basetta del Trancer, due miniature (una  normale, una con gli alettoni aperti) del Triper in scala col robot, tre  paia di mani (chiuse a pugno, aperte ad  artiglio e a dita estese in posa da karateka)
                      - Il solito libretto illustrativo, questa volta  chiarissimo e completo nell'esposizione dei passaggi necessari per la   trasformazione
                    Daimos
                      Daimos  ha un'altezza di circa 23 cm per un peso pari a 614 grammi, non poco  considerato che per esigenze di trasformabilità  il modello è quasi completamente cavo. E' piacevole la sensazione di pesantezza  che trasmette quando  lo si estrae dal suo alloggiamento indicando come anche questa volta Bandai non  si sia risparmiata quanto  a contenuto in metallo del modello. E' altresì curioso constatare come, a  fronte di una tale pesantezza, quasi  tutte le parti esposte del robot, fatta eccezione per i piedi e poco altro,  siano praticamente in plastica lasciando  intuire la similitudine strutturale tra questo soc ed il precedente gx-34  GunBuster, anch'esso concepito  con rivestimenti per gran parte in plastica e struttura portante in metallo. Si  tratta ad ogni modo dimateriali  di ottima qualità, tanto il metallo quanto le plastiche, che dimostrano una  certa resistenza.Nel  Daimos molto del peso si concentra, presumibilmente per ragioni di stabilità, a  livello degli arti inferiori. Riguardo  a questi ultimi partiamo subito col dire che quello che è il difetto più  marchiano che è stato evidenziato sin  dall'inizio e riscontrabile nelle varie foto reperibili in rete, e cioè le  gambe grosse, dal vivo è certamente meno evidente  anche se, per questioni di stabilità, i piedi del robot risultano sicuramente  molto grandi, anche dal vivo. La  trasformazione in Trancer non è difficile, ma deve comunque essere effettuata  con attenzione seguendo scrupolosamente  i passaggi indicati dalla guida soprattutto per evitare di forzare a livello di  alcuni passaggi. Il  timore principale infatti, se la trasformazione non viene praticata con la  dovuta cautela, è quello che la vernice del  robot in corrispondenza della superficie anteriore del bacino, rischi di venire  raschiata quando si ricopre questa  zona con i pannelli che costituiscono la parte intermedia del Trancer e che  vengono estratti dall'interno della  gamba. In tal senso è fondamentale che tali pannelli vengano ben assicurati a  quelli dell'ultima parte del camion  mettendoli così sullo stesso piano facendogli fare un piccolo scatto che li  blocca assicurandoli a questi ultimi  e li alza di quel millimetro che permette di evitare contatti pericolosi col  bacino. Il lavoro tecnico svolto dagli  ingegneri Bandai questa volta ha dell'incredibile, basti pensare come nella  conversione in Trancer sia stato studiato  un sistema per cui le braccia del robot si vanno ad alloggiare all'interno  delle gambe, idea geniale, anche  se assolutamente non calzante al modo in cui la trasformazione si verifica  nell'anime.Personalmente  ho dovuto forzare un pochetto per chiudere le gambe del robot nella conversione  a camion, eciò  nonostante che avessi seguito passo a passo le indicazioni del libretto e fatto  combaciare alla perfezione gli  alloggiamenti come indicato dalla guida. Consiglio, per ridurre l'ingombro  sterico e favorire la chiusura deipannelli  delle gambe, di rimuovere prima della trasformazione i pugni dal robot allo  scopo di garantire maggiorspazio  nell'alloggiamento per le braccia. Uno dei miei principali timori prima di  ricevere il modello era relativo alla  resistenza delle cerniere laterali cui le braccia si attaccano e che consentono  la loro traslazione nelle gambe,  timori che si sono dissolti dopo averne constatato la solidità e il robusto  aggancio alle braccia stessee al  bacino nonchè la composizione in solido metallo. La  motrice del Trancer in modalità robot può essere lasciata nella scatola o  agganciata e lasciata nell'alloggiamento  all'interno del torace del Daimos, cosa che sconsiglio dal momento che lo spazio  a questo livello  è assai esiguo e che le due antenne su di essa essendo in gomma morbida  tendono, se la motrice viene lasciata  in tale sede, a piegarsi. E' pur sempre vero che la stessa cosa si verifica  anche nell'alloggiamento in cui  all'interno della scatola la motrice è riposta per effetto dello stazionamento  nel relativo sacchettino di plastica,  non meravigliatevi quindi se estraendola dovrete constatare come le due antenne  siano storte, il difetto è  veniale e piegandole per un pochino in senso opposto tenderanno a recuperare il  loro normale aspetto rettilineo.Modello  quindi molto bello in modalità camion in cui carino è l'alloggiamento apribile  sul retro per  simulare l'ingresso  al suo interno del Triper, ma penso che pochissimi lo esporranno in questa  modalità, anche perchè il gx-43  dà il meglio di se soprattutto in versione robot.La  verniciatura è generalmente buona ma ci sono alcuni difetti, principalmente  all'interno dei piedi (cosache  non si nota nel robot quando queste parti vengono ad essere ricoperte dalle  apposite paratie)  e, almeno nel mio  esemplare, sulla superficie rossa dei pannelli che formano la parte intermedia  del camion (difetto anche questo  apprezzabile solo nel Trancer e non nel Daimos, quando tali pannelli rimangono  nascosti alla vista perchè  ripiegati all'interno della gamba). La posabilità sarebbe potenzialmente  notevole anche se in parte le soluzioni  tecniche adottate mi hanno lasciato l'amaro in bocca. Prima di tutto il  ginocchio, ideato in modo da permettere  l'estrazione dei pannelli dall'interno della gamba, ha il perno nella parte  posteriore per cui nella flessione  dell'articolazione tende a rimanere "vuoto", e l'effetto, visivamente  orrendo, tende ad essere tanto più brutto  quanto più marcata è l'escursione dell'articolazione. Personalmente nelle pose  che darò al mio Daimoscercherò  quindi assai accuratamente di non piegare troppo le ginocchia onde evitare  questo risultato esteticamente  molto discutibile. In altre parole questa articolazione è limitata, non  strutturale ma in senso puramente  estetico. In seconda analisi, e per quelli che sono i requisiti di mobilità e  posabilità che cerco in un modello  è forse questo il limite maggiore, le articolazioni delle caviglie hanno  escursioni limitate e si inclinano poco.  Tali articolazioni, che in modalità camion si bloccano spingendo in alto, sono  ad attrito e si liberano nella trasformazione  in robot eseguendo il movimento opposto. E' un vero peccato perchè alle anche  le gambe del robot si allargano moltissimo ma ovviamente se tale  escursione non si associa ad una adeguata inclinazione delle  caviglie si viene ad avere il brutto risultato di un modello che si mantiene  stabilmente in piedi ma solamente  appoggiandosi sul margine interno dei piedi (malattia che personalmente  diagnostico come "zambottite"  in riferimento al difetto forse peggiore del gx-23 anche se ovviamente non  siamo a quei livelli). Non  sto dicendo che le caviglie non si inclinano, badate bene, ma non credo di  sbagliare se affermo che con una  diversa soluzione tecnica a questo livello (mi viene in mente il Vultus come  primo esempio) il modello, che  di per se è bello e merita un voto tra il 7 e l'8, avrebbe per me fatto un  netto salto di qualità meritandosi un 9 abbondante.Niente  da dire sul grado di mobilità delle spalle, sono supportate da articolazioni a  scatto e si muovono liberamente  a 360 gradi in rotazione  a 180 gradi in  abduzione. Sia le braccia che i polsi hanno possibilità di ruotare  e i gomiti si flettono all'incirca a 90 gradi. La testa ruota liberamente a 360  gradi ed ha anche un movimento  limitato di flessione-estensione. I pannelli sul volto sono mobili e apribili a  simulare la trasformazione della  motrice nella testa del robot e non soffrono di quella fragilità riscontrata  nei pannelli del gx-41 Raideen.Altra  interessante soluzione tecnica è quella ideata a livello della coscia per  garantire quelle pose volantida  karateka che caratterizzano il robot nell'anime, Daimos infatti, nei suoi  combattimenti, oltre ad avvalersi dell'aiuto  di un sacco di armi si caratterizza per il fatto di menare un bel po' di calci,  pugni e schiaffoni.La  coscia di questo modello è parzialmente estraibile, e questo sistema consente  di renderla svincolata dalla sua  parte iniziale permettendo al robot di spostare l'intera gamba in alto  conferendogli quindi le pose più bizzarre  e riproducendo quei calci volanti che tanto lo caratterizzano nel cartone.Due  parole sulla base espositiva, questa, che è stata ideata sostanzialmente per  l'esposizione in modalità camion  è apribile fungendo praticamente da cofanetto all'interno del quale è possibile  riporre parte degli accessori.  Molto bello anche l'espositore per le armi, insieme questo e la basetta  consentono di alloggiare tutti  gli accessori del robot senza necessità di andarli costantemente a recuperare  nella scatola ogni qual volta  si voglia cambiare posa e dotazione al Daimos. Le miniature sono molto ben  curate, sia il Galban F12 che  la miniatura più grande del Triper, la cui cabina di pilotaggio è apribile così  come gli alettoni nella parte posteriore,  che sono a molla. Hanno una verniciatura ben curata anche nei dettagli più  piccoli.Per  chiudere ecco i soliti consigli sull'eventuale acquisto. Come detto è un modello  di livello alto che, con alcune scelte  tecniche diverse (che evidentemente non potevano essere adottate per ragioni di  trasformabilità) sarebbe stato  vicino all'eccellenza, per cui se il mecha è di vostro gradimento ne consiglio  vivamente l'acquisto.Il  prezzo raccomandabile è come sempre quello più basso possibile, ad ogni modo  penso che entro i 150 euro spese  di spedizione incluse possa valere la pena di portarselo a casa.
                      Un  caro saluto a tutti da Stefano-Mazingetter.
                      Mazingetter
                      (le foto sono state realizzate dall'autore dell' articolo).